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Francia - Francia del nord


Maniero Le Clos Luce


L'edificio in mattoni rosati e pietra bianca fu costruito su fondamenta gallo-romane da Hugues d’Amboise, sotto il regno di Luigi XI (seconda metà del 15° secolo).
La proprietà viene poi offerta dal Re al suo favorito Étienne Le Loup e il possedimento che porta allora il nome di ”Manoir du Cloux”, viene circondato da fortificazioni (oggi ne resta solo la torre di guardia). In fondo al Parco, Étienne Le Loup possedeva una piccionaia, rimasta intatta, che poteva ospitare fino a 500 piccioni. Quando egli cadde in disgrazia, nel 1490, il piccolo maniero venne acquistato da Carlo VIII, divenendo possedimento reale (rimase tale per 2 secoli), ed abbellito grazie agli artigiani provenienti dall'Italia. Mentre la corte risiede ad Amboise, il Manoir du Cloux svolge il ruolo di residenza secondaria.

Carlo VIII vi fa costruire una piccola cappella gotica in pietra di tufo, dove la moglie Anna di Bretagna poteva pregare per i suoi bambini morti in tenera età. Qui è esposto fra gli altri il quadro della "Vergine della Luce" di scuola leonardesca: la Madonna posa i piedi su una mezzaluna di luce e pare che questa sia l'origine del nome "Lucé" (il maniero si chiamò Cloux fino al 1660).

Nel corso dei secoli il castello ospitò il Duca di Angouleme (futuro Francesco 1°) assieme alla sorella Margherita di Navarra (che qui iniziò a scrivere una sua famosa raccolta di novelle: l'Heptameron) e alla madre Luisa di Savoia, poi Leonardo da Vinci, S. Francesco di Paola e Enrico III. Il giovane François d'Angouleme organizzava tornei nei giardini del Clos Lucé ed è sotto il suo regno che il piccolo maniero divenne il luogo emblematico del movimento rinascimantale in Francia.
Su consiglio della sorella, egli invitò pittori, architetti e poeti che cercavano la protezione reale (oltre che vitto e alloggio): l'ospite più illustre fu appunto Leonardo Da Vinci (1516-1519). Dopo i momenti regali e geniali, il clos Lucé conobbe momenti galanti e momenti sanguinosi: ci vissero la bella Marie Babou della Bourdaisière (favorita di Francesco 1°), alcune signore dai costumi disinvolti e Michel du Gast (capitano delle Guardie di Enrico III, che come tale partecipò all'assassinio del Duca di Guisa). Appartenne in seguito alla famiglia d'Amboise che lo salvò dalle distruzioni della Rivoluzione, invocando abilmente i "Diritti dell'Uomo": di questa epoca (18° secolo) sono i salotti del pianoterra. Da numerose generazioni (1802) appartiene alla famiglia St. Bris che negli anni 1960 ha deciso di ridargli l'aspetto che aveva all'epoca del soggiorno di Leonardo.
Possiamo cosi vedere la cucina (regno della sua cuoca Mathurine), la grande sala (qui Leonardo riceveva il Re, i Grandi del regno e gli artisti che venivano a trovarlo), la camera da letto (in cui egli morì, con il suo grande camino, il letto rinascimentale, il secretaire in ebano con intarsi d'avorio e un arazzo di Aubusson), il suo studio (dove redasse molti manoscritti poi riuniti nel "Codex Atlanticus", fece il progetto del Castello di Romorantin, della bonifica della Sologne e immaginò case "prefabbricate" per la Corte), il salottino e al piano terra i salotti in stile settecentesco di quando il maniero apparteneva ai signori di Amboise.

Il segreto del Maniero è un corridoio sotterraneo lungo circa 500 metri che lo collega al Castello di Amboise e che il Re percorreva per rendere visita a Leonardo: tale corridoio all'ora attuale non è accessibile al pubblico. Nel sottosuolo si trova un'esposizione curata dall'IBM in cui si 40 vedono modellini di invenzioni costruiti in base ai disegni ed ai testi lasciati da Leonardo: il carroarmato, la catapulta, la mitragliatrice, il ponte girevole, il paracadute, l'elicottero, ecc ecc.

IL PARCO LEONARDO DA VINCI
E' stato creato nel 2003 nel parco del Castello, per volere di Jean de St. Bris (aperto da fine maggio a inizio novembre): si tratta di un museo in continua evoluzione e interattivo, suddiviso in spazi tematici per poter capire appieno la varietà del talento di Leonardo. Vi si trovano 3 aree tematiche: il percorso paesaggistico, il padiglione stile Eiffel e il Castello vero e proprio.

Nel parco del Castello sono rappresentati alcuni suoi disegni e quadri (32, su tele traslucide alte dai 3 ai 4 metri) e 12 modelli giganti delle sue più note invenzioni (che il visitatore può far funzionare!), il tutto commentato dalle "voci degli artisti" (in varie lingue) negli 8 punti sonori. Nel Padiglione stile Eiffel (700 mq di superficie) sono stati ricreati chioschi tematici sulla vita e il lavoro di Leonardo (come il suo tavolo di lavoro) e vengono proiettate immagini animate che danno vita alle sue visioni. Completa la visita un video sulla sua vita e le sue invenzioni.

Nel giugno 2008 sarà inaugurato il "Giardino di Leonardo": egli infatti osservò molto la natura, ritenendola portatrice di elementi fondamentali, suscettibili di rischiarare la vita dell'Uomo ed essa gli ha effetivamente rivelato numerosi principi che poi Leonardo ha messo a profitto con i suoi lavori. Esteso su 1.5 ha nel cuore del parco, attorno ad una palude caratteristica della Valle della Loira, il giardino è concepito come una deambulazione che segue i passi di Leonardo e ci permette di vedere l'ambiente naturale come si presentava nel 16° secolo.

All’ingresso del Giardino, un ponte a due piani immaginato e disegnato da Leonardo da Vinci e realizzato dai Compagnons du Devoir (1300 ore di lavoro), scavalca la palude ed invita alla scoperta; poco lontano due passerelle su pali, ispirate da un ponte militare di Leonardo permettono di raggiungere un isolotto nella palude.

Durante il percorso, una passeggiata botanica sui passi di Leonardo propone la scoperta di 26 specie di piante e fiori disegnate o dipinte dal Maestro, che sono state appositamente ripiantate. Supporti scenografici (tele, pannelli tematici e punti sonori), tradotti in tre lingue (inglese, italiano e tedesco) mettono in scena dettagli di quadri e di magnifici disegni di studi di Leonardo sulle piante, le rocce, i movimenti dell'acqua e i paesaggi, i suoi studi visionari sulla botanica e i suoi consigli per disegnare alberi e paesaggi.


Fonte: Franca Fanti - Reves et voyages
http://www.reves-et-voyages.eu



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