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Castelli della Loira
Francia - Francia del nordCastello di ChambordParadossalmente, mentre le casse dello Stato erano perennemente a secco, il Re non lesinava assolutamente sulle spese quando si trattava di Chambord; voleva inizialmente costruirlo tutto in marmo, ma questo materiale non è presente nella zona e importarlo sarebbe stato troppo oneroso (così lo fece in pietra tufacea della zona e per imitare le venature del marmo realizzò degli inserti in ardesia); per un momentò immaginò di deviare il corso della Loira (passava a 4 km di distanza) e di portare l'acqua del maestoso fiume ai piedi del Castello: gli ingegneri lo dissuasero e si accontentò quindi di deviare il corso di uno dei suoi piccoli affluenti, più vicino e meno capriccioso, il Cosson. La decisione ufficiale di costruire l'edificio venne presa il 6 settembre 1519 e i lavori continuarono durante tutto il suo Regno. Furono interrotti solo nel 1524 e 1525, poi dopo la sua disfatta di Pavia, durante la prigionia spagnola. Il parco accolse le sue battute di caccia private. Francesco 1° vi soggiornò solo 42 gg (27 notti) in 32 anni di regno!! Suo figlio Enrico II proseguì l'opera paterna, ma non riuscì a terminare il Castello. Luigi XIII lo dette, assieme alla Contea di Blois, a suo fratello Gastone d'Orléans che fece erigere nel 1645 il muro di 32 km che circonda tutt'ora il possedimento. Il Re che vi soggiornò più spesso fu Luigi XIV che durante i suoi soggiorni (8, di tre settimane ciascuno, fra il 1660 e il 1685) fece allestire magnigìfici appartamenti per se e per la Regina. Molière, amico del Re Sole, vi rappresentò per la prima volta "Il borghese gentiluomo" (1670) e "Monsieur de Pourceaugnac". Il cantiere di costruzione terminò soltanto nel 18° secolo. Chambord non viene concepito come simbolo della potenza reale ma come residenza privata del sovrano, pur non disdegnando di mostrare la grandezza del suo ideatore. Carlo V è il solo sovrano estero, nell'esercizio delle proprie funzioni che venne ricevuto a Chambord nel 1539: egli attraversava la Francia per recarsi nelle Fiandre e Francesco 1° propose al suo grande rivale di ospitarlo a Chambord. Seppure il Castello non fosse terminato, Carlo V rimase colpito dalla bellezza e dalla sontuosità. Malgrado l'importanza dei lavori iniziati, furono pochi i sovrani che soggiornarono a Chambord e dopo ogni visita, quando la Corte se ne va, anche il Castello viene vuotato dei mobili (la corte era itinerante ed il mobilio si spostava con essa). I successori di Francesco 1° frequentarono poco Chambord: Carlo IX vi passava raramente e Luigi XIII vi si recò due sole volte. Fu Gastone d'Orléans, esiliato in Valle della Loira per aver complottato contro il fratello (Luigi XIII) che salvò Chambord dalla rovina. Luigi XIV vi si recò per cacciare e fece 8 soggiorni autunnali di tre settimane ciascuno fra il 1660 e il 1685: durante il primo era accompagnato dalla Regina Maria Teresa, durante l'ultimo dalla nuova moglie (matrimonio morganatico) Madame de Maintenon. Fu il 18° secolo che vide il Castello più spesso abitato. In questo periodo comincia a dotarsi di arredi e decori permanenti, che non seeguivano la corte quando si spostava: i principali appartamenti ricevettero mobili provenienti dal guarda-mobilio di Versailles, per il confort degli illustri ospiti. Dal 1725 al 1733 il castello è abitato dal deposto Re di Polonia Stanislas Leszczynski, suocero di Luigi XV, con la moglie Caterina Opalinska (egli però non vi passava l'estate, in quanto il Castello era infestato dalle zanzare: si trasferiva quindi nel vicino Castello di Menars). Dal 1748 al 1750 gli succedette il Maresciallo Maurice de Saxe, nominato Governatore a vita di Chambord come ricompensa per la sua vittoria nella Battaglia di Fontenoy contro gli inglesi. Il Maresciallo fa terminare le scuderie di Mansart, fino ad allora incompiute, per destinarle al reggimento dei Saxe-Volontari e crea un Maneggio Reale. Nel 1784, il nuovo governatore, Marchese di Polignac, procedette ad alcune risistemazioni. Abbandonato, Chambord si degrada rapidamente. La Rivoluzione Francese lo trasformò succesivamente in deposito per il foraggio, atelier di fabbricazione delle polveri e prigione. Nel 1802 viene affidato al Maresciallo Augereau per essere la sede della 15a coorte della Legion d'Onore. Nel 1809 il Maresciallo Berthier, principe di Neufchatel, ricevette da Napoleone 1° il Castello, come ricompensa dei suoi servigi. La sua vedova lo vendette nel 1821. Chambord fu implicato un ultima volta nella storia di Francia dopo la disfatta del 1870-1871 e la caduta del Secondo Impero, quando si pose la questione del restauro della Monarchia, caldeggiata da un forte partito monarchico comandato dal Maresciallo Mac-Mahon. Venne richiamato in Francia Enrico Duca di Bordeaux e Conte di Chambord (nipote di Carlo X) esiliato dal 1830 in Austria. Egli scelse subito di vivere nella dimora di cui portava fieramente il nome e nel 1871 pubblicò un "Manifesto ai Francesi" nel quale rifiutava di riconoscere la bandiera tricolaore e proclamava l'attaccamento alla bandiera bianca dei suoi antenati. Questa intransigenza gli costò però il trono, perchè la Francia scelse definitivamente la via repubblicana (1873). Enrico di Chambord ritornò in Austria dove morì nel 1883. Nel 1840 Chambord è iscritto alla prima lista dei Monumenti Storici. A partire dal 1881 viene restaurato per 11 anni da Louis Victor e Victor Desbois, sotto la supervisione delle Belle Arti. Nel 1914 il Castello viene posto sotto sequestro e in seguito acquistato dallo Stato nel 1930. Nel 1947 il Parco divenne riserva nazionale di caccia. Nel 1981 il sito viene iscritto alla lista del patrimonio mondiale UNESCO; dal 2000 sono invece 250 km lungo la Loira ad essere stati iscritti a questa lista, ovviamente ne fa parte anche il Castello di Chambord. LE CIFRE DI CHAMBORD: 20 000 m2 di superficie 440 stanze (più grande Castello della Loira) 365 camini e comignoli (solo i disimpegni ed i passaggi non ne hanno) 77 scale di cui 13 principali 117 m di lunghezza 156 m di larghezza corpo centrale: ogni facciata misura 43 m 800 capitelli 700 salamandre Parco di 5 500 ha (può contenere Parigi), circondato da un muro lungo 32 km Il Castello è impressionante per le sue dimensioni, la sua pianta globale ricorda quella di una fortezza medievale. Forma un rettangolo di 156 metri di larghezza per 117 di lunghezza, ai cui angoli si trovano 4 torri rotonde (di 20 metri di diametro) e circondato da un fossato. All'interno di questo si trova un edificio a pianta quadrata (ogni lato misura 43 metri) anch'esso dotato di 4 torri rotonde. La facciata principale è la sintesi dei due edifici con le sue quattro torri ricoperte di alti tetti; gli elementi difensivi sono assenti e sono sostituiti da balconi che permettono di seguire in lontananza lo svolgimento della caccia. Francesco 1° passò una buona parte della sua infanzia nel Castello di Amboise, mentre dall'inizio del regno risiede spesso a Blois con la moglie Claudia. Quando dedice di far costruire questo Castello per la caccia sceglie un luogo paludoso in cui vi era già una precedente costruzione: deve quindi fare in modo che il terreno possa sostenere il peso del nuovo Castello e per questo farà piantare numerosi pali di legno, lunghi circa 10 metri, sopra i quali realizzerà una piattaforma che servì poi da base al Castello. Lavorarono contemporaneamente fino a 2 000 operai, ma alla sua morte nel 1547 il Castello non era ancora terminato; furono i Re Enrico II, Carlo IX e Enrico III che proseguirono i lavori. Fra i nomi di coloro che parteciparono alla costruzione vanno citati: Domenico da Cortona, Jacques e Denis Sourdeau, Pierre Neveu, Jacques Coqueau e Pierre Trinqueau. Sul vetro del suo studiolo Francesco 1°, dopo una disputa con Madame d'Etampes, sua favorita, incise con il diamante del suo anello la celebre frase "Souvent femme varie, bien fol est qui s'y fie". Questa frase fu cancellata da Luigi XIV in segno di rispetto per la sua favorita Mademoiselle de la Vallière. IL PARCO Occupa una superficie di 5 500 ha, circondato da un muro di 32 km e vi si accede mediante 6 ingressi (che corrispondono ai 6 viali principali), dotati ciascuno di un padiglione di guardia. Si tratta oggi del più grande parco boschivo chiuso d'Europa La parte aperta al pubblico è ristretta (circa 700 ha), ma vi sono 4 piattaforme di osservazioni e vengono anche organizzate delle escursioni in bus o fuoristrada per asistere al pasto degli animali. Vi sono circa 700 cervi, 1 000 cinghiali (queste cifre variano secondo le stagioni), caprioli, mufloni, volpi. Anche l'avifauna è notevole: 100 specie nidificatrici (fra cui 3 specie d'aquil e 6 di picchi). La caccia con i cani (chasse à courre) è vietata e le 16 battute annuali ufficiali sono volte a regolare il numero dei soggetti per ogni specie oltre che alla cattura di animali vivi per ripopolare altre riserve in Francia e in Europa. Dal 1947 è una riserva di caccia nazionale.
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