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Francia - Francia del nord


Castello di Azay le Rideau


STORIA DEL CASTELLO: Ricco finanziere del Re Luigi XII, nobile per le funzioni esercitate, Gilles Berthelot, proveniente dalla borghesia di Tours deve costruirsi il proprio feudo. La prime tracce scritte della costruzione risalgono al 1518, ma più verosimilmente i lavori sono iniziati nel 1514. Egli voleva costruire un Castello largamente ispirato dalla raffinatezza del Rinascimento italiano, conservando una parte delle fondamenta dell'antica fortezza medievale costruita nello stesos posto; il terreno è però reso instabile dall'Indre e deve far prosciugare il suolo. Francesco 1° si ferma qui la notte del 21 febbraio 1518. A Partire dal 1519 il cantiere del nuovo castello procede rapidamente, ma Berthelot si sentiva (a ragione) minacciato dalla repressione che il Re conduceva contro certi membri dell'alta borghesia al servizio degli affari del Regno. Egli avrebbe dovuto versare al Re la somma di 54 000 scudi di Tours (somma modica se paragonata ai 300 000 versati da Jacques de Beaune-Semblançay e ai 190 000 pretesi da Thomas Bohier) e con la paura di subire la stessa sorte di Semblançait, fuggì a Metz, all'epoca città libera nel 1527 (dimenticando la propria moglie a Azay). Egli morì in esilio a Cambrai en 1529 e il suo ambizioso progetto restò incompiuto.
Dopo aver requisito il feudo, Francesco 1° lo da nel giugno 1528 a Antoine Raffin, capitano delle guardie, che aveva combattuto al suo fianco a Pavia. Il Castello sarà effettivamente occupato dal nuovo proprietario solo nel 1547, dopo essere stato in gran parte spogliato delle sue ricchezze da un intendente disonesto.
La nipote di Raffin, Antoinette si stabilisce a Azay nel 1583 nel terribile contesto delle Guerre di Religione, dopo essere stata damigella d'onore di Margherita di Valois. Con la sua fortuna, Antoinette ridiede splendore al castello che sarà dapprima rimodernato e poi abbandonato dai suoi discendenti. Françoise de Souvré sposa suo figlio Arthus, prima di diventare la governante del futuro Luigi XIV. Nel 1791, il feudo di Azay trova l'acquirente che gli ridarà nuova vita: Charles de Biencourt si occupa innanzitutto della modernizzazione delle parti che voleva abitare.

Nel 19° secolo, i marchesi di Biencourt procedono a sistemazioni esterne ed interne importanti. Le due totti che si trovano agli angoli della facciata conferiscono al Castello un'unità di stile che non aveva mai avuto prima.
La Biblioteca e il Grande Salone vengono, nello stesso epriodo decorati in stile neorinascimantale. Viene creato un grande parco con alberi provenienti da vari Paesi (ancora esistono), mentre a sud e a ovest vengono creati due specchi d'acqua nei quali si riflettono le facciate.Nel 1825 suo figlio Armand François, procede ai restauri del Castello, ottenendo dal 1840 anche sussidi dalle Belle Arti.
Nel 1845, l'ultima torre ancora esistente dell'antica fortezza viene sostituita. Nel 1899, l'ultimo marchese di Biencourt deve cedere il castello, acquistato dallo Stato nel 1905. Nuovi lavori di restauro vengono intrapresi dal 1907.

ESTERNO: Un "vascello" rinascimentale
In questo periodo transitorio che è il primo Rinascimento in Francia, l'aspetto di Azay resta tradizionale: tetti elevati, alti camini, aperture, finestre quadripartite, torrette d'angolo e cammino di ronda esterno; ma le facciate non hanno più nulla di gotico: la simmetria e la quadratura vengono direttamente dall'Italia. Per la maggior parte della costruzione è stata utilizzata la pietra calcarea (tufacea) estratta dalle cave poste nelle vicinanze del castello; essa è fragile, non troppo resistente alle intemperie ma è anche facile da scolpire e molto luminosa. Per rinforzare le fondamenta del vecchio castello medievale che sorgeva in questo sito, i camini e le basi delle finestre viene invece utilizzata un'altra pietra tufacea proveniente dalla zona di St. Aignan (Cher), meno friabile.

Facciata Nord Resa monumentale dalla facciata con la famosa scala a rampa diritta è come le altre facciate quadrettata da pilastri. La finestra quadripartita situata all'estrema sinistra della facciata è della fine del 17° sec. e non dell'epoca di G. Berthelot: i capitelli delle finestre sono quasi uguali a quelli della finestra vicina che li ha ispirati (tutti gli altri sono diversi fra loro).
Il muro situato alla sua sinistra reca le tracce di un padiglione innalzato verso il 1700 sul tracciato del vecchio alloggio; vi è una differenza di colore fra le pietre sottolineata da una linea scura, si notano tracce di bulini e una porta murata. Nel 1825 dopo l'eliminazione del padiglione venne costruita sull'angolo una torretta che venne poi sostituita a sua volta nel 1856 da un'altra torretta, questa volta uguale alle altre e che conferisce al castello il suo aspetto "finito".

Facciata dello Scalone d'onore (ingresso). Lo scalone monumentale a rampa diritta o Scalone d'onore è uno dei pezzi più pregevoli d'architettura e scultura del 1° Rinascimento. Situato visivamente nell'asse d'ingresso del cancello esso domina il principale corpo di alloggi. Lo sfalsamento delle aperture dovuto ai pilastri intermedi, distacca la facciata dello scalone da quella del corpo di alloggi. Le grandi aperture, le colonnine che costeggiano e isolano lo scalone, le alte nicchie scolpite e sprovviste di statue, la decorazione che si accentua verso l'alto, la grande apertura sul tetto che termina con un frontone piramidale, dirigono lo sguardo verso il cielo.
Lo scalone L'idea della scala a rampa diritta arriva dall'Italia: ha una posizione privilegiata e trasforma l'entrata in entrata d'onore.
Fino alla fine del 15° sec. in Francia si costruivano scale a vite, molto spesso alloggiate in una torre all'esterno della facciata, lliberando cosi tutto lo spazio interno abitabile. I Francesi attribuivano a questa scala il ruolo di accesso diretto e principale al castello, facendola cosi divenire un simbolo di prestigio. Doveva essere quindi essere decorata da un maestro.
La decorazione gioca un ruolo primordiale nell'architettura del 1° Rinascimento francese (1494-1540); infatti se gli scultori trovano superfici ancora gotiche (es. nicchie) ve ne sono anche di nuove: frontoni piramidali delle aperture, pilastri, cassoni delle volte. Nello scalone troviamo:
- chiavi pendenti che ornano l'intersezione dei cassoni (gli archi che suddividono le volte non hanno nessuna funzione di supporto e servono solo a creare superfici da decorare)
- motivi circolari a forma di specchi bombati e di losanghe (piano terra dello scalone)
- colonnine a forma di candelabro in cui si alternano motivi vegetali e vasi sottolineano le nicchie che fiancheggiano le aperture del primo piano della facciata
- fregio con putti per metà umani e per metà vegetali e di uccelli anch'essi ibridi (facciata)
- caduta di elementi ornamentali (= insieme di oggetti o vegetali suddivisi simmetricamente lungo un asse verticale in modo da sembrare sospesi ad un filo attaccato ad un anello): sulla facciata la troviamo composta da vegetali, nastri, un' armatura e un casco
- conchiglie (simboli antichi molto presenti nell'architettura religiosa del Medio Evo e riscoperti nel Rinascimento): le troviamo in cima ai frontoni e nelle nicchie sulla facciata
- candelabri a basso rilievo o a tutto tondo (hanno sostituito i pinnacoli gotici sulla facciata)
- architettura dei frontoni piramidali delle aperture: riprodotta in miniatura sostituisce il decoro fiammeggiante delle nicchie (facciata).


Fonte: Franca Fanti - Reves et voyages
http://www.reves-et-voyages.eu



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