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 Marrakech
Marocco - Marocco centro-sud


Come muoversi per Marrakech


La mappa topografica di Marrakech non è di immediata comprensione.
Due sono le parti principali: la medina - antica e di grande suggestione- e la ville nouvelle – sviluppatasi sotto il protettorato francese dal 1912 e attualmente interessata da un intenso piano urbanistico. La città nuova, di stampo prettamente europeo è a sua volta divisa in due distretti: quello di Gueliz, costruito agli inizi del ‘900 da architetti francesi e strutturato con piccole vie perpendicolari che si immettono nelle strade di maggior transito, e il distretto di Hivernage con funzione strettamente residenziale. Proseguendo verso Nord si incontra poi il giardino della Majorelle che è inserito nella turistica area della Palmeira, oasi artificiale di grande dimensione.
La medina si sviluppa entro il circondario di mura rosa alte 8 metri, fatte di argilla diseccata ed interrote frequentemente da torri ad uso fortificazione, erette verso il XII secolo e smantellate più volte nei successivi assedi subiti dalla città. Il colore rosa delle mura e delle case hanno valso a Marrakech l’appellativo di “città rosa”. La medina non ha un preciso schema urbanistico, ma si presenta come un intricato dedalo di vie, ai cui lati si affacciano minuscole botteghe. L’artigianato di Marrakech è vario e spazia dalle stoffe, alla lavorazione della pelle, fino alla creazione di oggetti in ferro battuto.
Mentre il turista passeggia per la vie e viene richiamato dalla voce squillante dei venditori, con i quali è quasi definita cortesia il mercanteggiare il prezzo per un acquisto, si sentono i canti dei bambini impegnati nelle scuole materne a imparare a memoria i versi del Corano; chiunque di passaggio può fermarsi sulla soglia di queste minuscole scuole e godersi lo spettacolo di tanti piccoli occhi curiosi che osservano l’intruso. Queste scuole sono di preparazione elementare , in realtà la più grande scuola cranica, chiamata la Medersa, è vicino alla moschea di Ben Youssef e fu fondata nel XIV° secolo dalla dinastia dei Merinidi. Essendo aperta al pubblico si può entrare per ammirarne la corte, circondata dalle stanze degli studenti.
La medina ha come punto principale di partenza Place Djemaa el-Fna, cuore magico della città .
La Piazza, verso sera si anima di ristoranti mobili, dove è piacevole gustare deliziosi piatti marocchini seduti su uno sgabello, spesso improvvisato, e avvolti dal fumo creato dalle braci di cottura. E’ vivamente consigliato bere sempre da bottiglie chiuse, per non incorrere in spiacevoli incidenti intestinali. Nella piazza si muovono, alla ricerca dell’ attenzione del turista, saltimbanchi, donne che disegnano figure astratte con l’hennè, incantatori di serpenti e venditori dei più strani prodotti: sarà facile imbattersi nell’ originale venditore di dentiere, la cui prima vista crea stupore, per poi divertire. Una delle figure tipiche delle tradizione è il venditore di acqua, oggi divenuto un’attrazione turistica: si incontrano, soprattutto in Palce Djemaa el-Fna, uomini dai grandi cappelli rossi con borracce in pelle sulle spalle, che offrono, dietro compenso, acqua ai passanti.
L’unicità di questa piazza è determinata dalla colorata varietà di uomini, suoni e odori che inebriano il passante coinvolgendolo in un’atmosfera sicuramente insolita.
Uno dei suggerimenti per il viaggiatore che dovesse trovarsi in questo luogo è di fermarsi a gustare una tazza di te verde in uno dei tanti locali. Il tè alla menta o “atay” in arabo, è una bevanda estremamente diffusa tra i marocchini, che amano sorseggiarlo caldo e molto zuccherato: non viene servito in tazza ma in bicchieri e contiene foglie di una particolare menta fresca che cresce in Marocco, chiamata “nanà” .
Place Djemaa el-Fna vuol dire “riunione dei morti”, per quanto in arabo la parola
“Djeema “ significhi anche moschea.

Fonte: Raffaella Gariboldi



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