Città del dipartimento delle Bouches du Rhône, distesa tra le praterie della Camargue, la pianura della Crau e la Catena delle Alpilles, sulla riva sinistra del Grande Rodano. Importante nodo ferroviario e stradale, porto collegato al Mediterraneo da un canale navigabile, Arles è un animato centro agricolo e manifatturiero, sede di industrie alimentari, tessili, chimiche e cartarie.
La città conserva importanti rovine d'epoca romana, tra cui l'arena (1°-2° secolo d.C.), l'obelisco rinvenuto nel Rodano e ora in Place de la République, il teatro dove fu trovata la statua di Afrodite (oggi al Louvre) e il complesso delle terme sul Rodano. Altri monumenti di valore sono la chiesa romanica di Saint-Trophime e il municipio, opera dell'architetto Hardouin-Mansart. Arles è celebre anche per le sue case con i tetti di coppi e per i suoi ombrosi e tortuosi vicoli troppo stretti persino per girarsi. Il centro storico di Arles è iscritto dal 1981 alla lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO. Con i suoi 77 000 ha di superficie, Arles è il più esteso comune di Francia. Vi è nato lo stilista Christian Lacroix.
Centro artistico e culturale, alla fine del 19° secolo Arles ospitò i pittori Gauguin e Van Gogh. Vincent Van Gogh si stabilì qui per oltre un anno tra il febbraio del 1888 e il maggio del 1889, e dipinse oltre 200 tele, compresi quadri celeberrimi come "I girasoli", "Campo di grano", "La sedia di Van Gogh", "Notte stellata" e "Il ponte di Arles". Curioso notare che nessuno dei suoi lavori sia conservato ad Arles e che ogni traccia della casa gialla dove abitava e del vicino caffè in Place Lamartine siano state cancellate dai bombardamenti durante la Grande Guerra. Gli arlesiani fanno del loro meglio per non deludere i turisti in cerca delle stesse emozioni che colpirono il pittore olandese: hanno ricostruito il ponte di Langlois, hanno trasformato l'ospedale in cui il pittore fu curato nell'Espace Van Gogh (ospita importanti mostre d'arte), finanziano la Fondazione Van Gogh (espone opere di artisti contemporanei ispirate al maestro), hanno persino dipinto di giallo un normalissimo bar, che ovviamente si chiama Cafè Van Gogh, per celebrare uno dei suoi dipinti più famosi, il "Caffè di notte".